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Ritorna al futuro

I diritti non sono più di moda?
Unisciti a noi e ritorna al futuro.

“Ritorna al futuro” è un grido gioioso con cui vorremmo chiamare all’azione quante più persone possibili per far tornare di moda i diritti, di tutti e per tutti, che vuol dire in primo luogo tornare a parlarne e acquisire nuova consapevolezza come persone e cittadini.

Infanzia, parità di genere, politiche giovanili, lavoro sociale, diritti dei migranti e delle famiglie, qualunque forma esse abbiano: l’amara consapevolezza che questi temi siano di moda quanto i pantaloni a zampa nasce dalla nostra familiarità con essi, frutto del lavoro quotidiano dei nostri oltre 400 operatori.

Si tratta di temi che non coinvolgono solo le cosiddette fasce “fragili”, ma ci riguardano tutti, soprattutto dopo la lunga crisi economica e la pandemia che hanno colpito anche il nostro Paese. Eppure, nella società dell’informazione, non riescono a entrare nel dibattito pubblico, come se non riguardassero noi, la nostra quotidianità, le persone vicine.

Il ruolo della cooperazione sociale, per come la intendiamo, è anche fare cultura e informazione, e il primo passo verso la partecipazione è stimolare le persone a prendere consapevolezza delle sfide sociali da affrontare.

Il lavoro sociale e di cura, e quello educativo in particolar modo, in un clima di crescente individualismo ed edonismo, è il primo a non essere più “di moda”: poco conosciuto e per nulla riconosciuto, malpagato, reso precario da appalti costantemente al ribasso. È sempre più difficile trovare operatori e garantire loro condizioni lavorative almeno dignitose, se non all’altezza della funzione pubblica di garanzia dei diritti individuali e della coesione sociale che ricoprono. E senza il lavoro educativo molti diritti restano parole vuote, di carta.

Tutti possiamo fare la nostra parte, nessuno escluso, anzi forse ormai è una scelta irrinunciabile per non vedere il terreno dei diritti erodersi sempre più velocemente e un minimo benessere personale e sociale diventare privilegio di pochi.

Una risata seppellirà le diseguaglianze: questa la nostra scommessa, unisciti a noi!

Cosa fa La Grande Casa

Tutelare i più fragili:
Interventi educativi domiciliari
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Accoglienza nelle comunità diurne

Promuovere le risorse delle giovani generazioni:
Progetti di protagonismo giovanile
Centri di aggregazione giovanile
Sportelli Informagiovani
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e ritorna al futuro.
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Restate a casa, la seconda stagione

Dopo la pandemia, 1 ragazzo su 3, tra i 14 e i 24 anni, non esce più di casa. Più di 1 adolescente su 7, tra i 10 e i 19 anni, convive con un disturbo mentale diagnosticato. Nel 40% dei casi ansia e depressione. In Europa occidentale il suicidio è la seconda causa di morte degli adolescenti fra i 15 e i 19 anni.

Questi sono solo alcuni dei dati contenuti nel rapporto UNICEF “La condizione dell’infanzia nel mondo, 2021 – Nella mia mente: tutelare la salute mentale”. Non va meglio in Italia: nel rapporto BES 2022 (benessere Equo e Sostenibile), redatto da ISTAT, leggiamo che nel nostro Paese, il gruppo di popolazione che si trova ancora con livelli di salute mentale peggiori rispetto al 2019, è proprio quello dei giovani.

Anche prima del COVID-19, i servizi per la tutela e la promozione della salute mentale di bambini e giovani soffrivano di una strutturale carenza di investimenti e, secondo quanto emerge dal rapporto, saranno proprio i più giovani a sentire per molti anni l’impatto della pandemia sulla loro salute mentale e sul loro benessere. Particolarmente colpiti i ragazzi tra gli 11 e i 18 anni che, costretti a rispettare regole contrarie ai loro normali bisogni evolutivi, hanno trasformato il distanziamento fisico in distanziamento emotivo, slatentizzando spinte al ritiro sociale che normalmente vengono contenute dalle normali routine (scuola, sport, etc).

In Italia, nonostante i recenti stanziamenti, la spesa pubblica per la salute mentale è al di sotto del 3%, più bassa del livello che l’OMS individua come auspicabile per le nazioni in via di sviluppo. Nel PNNR non ci sono, all’interno della Missione Salute, capitoli destinati in maniera specifica alla cura della salute mentale.

I più giovani, categoria sempre meno rappresentata nella distribuzione demografica del nostro Paese, faticano a essere considerati soggetto di politiche pubbliche che tutelino e promuovano il loro benessere e la loro salute.

Questo significa avere in un domani prossimo adulti cronicamente in fatica, con quel che ne consegue dal punto di vista della tenuta sociale ed economica del nostro Paese. Aiutare i ragazzi a riappropriarsi del presente, vuol dire garantire il loro e il nostro futuro.

Leggi qui la scheda di approfondimento