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Ritorna al futuro

I diritti non sono più di moda?
Unisciti a noi e ritorna al futuro.

“Ritorna al futuro” è un grido con cui vorremmo chiamare all’azione quante più persone possibili per far tornare di moda i diritti, di tutti e per tutti, che vuol dire in primo luogo tornare a parlarne e acquisire nuova consapevolezza come persone e cittadini.

Parità di genere, politiche giovanili, lavoro sociale, diritti dei migranti e delle famiglie, qualunque forma esse abbiano: l’amara consapevolezza che questi temi siano di moda quanto i pantaloni a zampa nasce dalla nostra familiarità con essi, frutto del lavoro quotidiano dei nostri oltre 400 operatori.

Si tratta di temi che non coinvolgono solo le cosiddette fasce “fragili”, ma ci riguardano tutti, soprattutto dopo la lunga crisi economica e la pandemia che hanno colpito anche il nostro Paese. Eppure, nella società dell’informazione, non riescono a entrare nel dibattito pubblico, come se non riguardassero noi, la nostra quotidianità, le persone vicine.

Il ruolo della cooperazione sociale, per come la intendiamo, è anche fare cultura e informazione, e il primo passo verso la partecipazione è stimolare le persone a prendere consapevolezza delle sfide sociali da affrontare.

Tutti possiamo fare la nostra parte, nessuno escluso, anzi forse ormai è una scelta irrinunciabile per non vedere il terreno dei diritti erodersi sempre più velocemente e un minimo benessere personale e sociale diventare privilegio di pochi.

Una risata, per quanto amara, seppellirà le diseguaglianze: questa la nostra scommessa, unisciti a noi!

Cosa fa La Grande Casa

Progetti e interventi di promozione della comunità locale e di coesione sociale
Progetti e interventi di sostegno alla ricerca attiva della casa a favore di persone in contesti di vulnerabilità
Iniziative di sensibilizzazione e comunicazione sociale, progetti di sport inclusivo
Housing sociale
Progetti di avvio all’autonomia
Reti di coordinamento nazionali, regionali e locali (forum dell’abitare)

Unisciti a noi
e ritorna al futuro.

Casa (dolce?) casa

Nella nostra società, la casa è considerata un bene di mercato, non un diritto, e come tale è stata trattata delle politiche abitative europee che, seppur con alcune peculiarità locali, non sono state in grado di invertire gli effetti, in termini di diseguaglianze, limitandosi a mitigarli in modo del tutto insufficiente.

Il Paradosso del Patrimonio Abitativo in Italia
Gli ultimi dati del censimento mostrano che circa 2,5 milioni di abitazioni sono non occupate, un numero in aumento rispetto al censimento precedente (+8%). Parallelamente, il 76% del patrimonio abitativo è in regime di proprietà, mentre solo il 17% è destinato alla locazione. Questa scarsità di alloggi in affitto, a fronte di una domanda in crescita, ha portato a un incremento dei prezzi, soprattutto al Nord e nelle aree urbane, rendendo la casa sempre meno accessibile.

Il Costo dell’Abitare
Nel 2024, la spesa media per la casa a famiglia è stata di 4.830 euro, con una grossa fetta dedicata a energia, gas e carburanti (1.721 euro). L’aumento dei costi degli affitti è stato del 12% su base annua, e circa il 17% delle abitazioni è stato affittato entro 24 ore dalla messa sul mercato. Questo trend di rialzo ha colpito duramente soprattutto i giovani e le persone con redditi più bassi, spesso migranti, che ricorrono alla condivisione di stanze e posti letto. Nonostante l’aumento dell’offerta di quest’ultime (+14%), i canoni di affitto continuano a crescere (+6%), raggiungendo una media di 475 euro al mese, con punte molto più alte nelle grandi città come Milano (675 euro per una stanza).

La Situazione dei Migranti
La situazione abitativa dei migranti è particolarmente critica: l’1% vive in condizioni di rooflessness (persone che dormono all’aperto) e il 20% in homelessness nascosta, ovvero persone che, pur avendo un alloggio, vivono in condizioni che mettono a rischio la loro salute. A peggiorare la situazione, ci sono le alte soglie d’accesso e le garanzie richieste dai locatori e dagli istituti di credito per la concessione di mutui.

L’Inadeguatezza delle Politiche Abitative
In Italia, le politiche abitative sono inadeguate per affrontare il crescente bisogno di case. Il patrimonio di edilizia sociale è esiguo e in continuo deterioramento, aggravato dalle dismissioni (come a Roma, dove sono state dismesse 14.000 abitazioni). Da circa 30 anni manca un piano strutturale sull’abitare, con politiche che si sono progressivamente spostate a favore delle fasce medie della popolazione, escludendo le fasce più deboli. Questa tendenza, comune anche ad altri Paesi europei, ha portato a soluzioni emergenziali e transitorie per le persone più vulnerabili, perpetuando l’esclusione abitativa.

Le Conseguenze delle Politiche Neoliberali
Le politiche neoliberali degli ultimi due decenni hanno ridotto significativamente la capacità redistributiva e protettiva del welfare abitativo, colpendo anche le fasce intermedie della popolazione, che ora faticano sempre di più a inserirsi nel mercato immobiliare. Le risposte sociali, spesso limitate e transitorie, sono state demandate al Terzo Settore, con finanziamenti esigui e senza un piano organico che possa affrontare in modo strutturale la crisi abitativa.

Osservatorio Nazionale sulla Condizione Abitativa
Nel 2022, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha istituito l’Osservatorio Nazionale sulla Condizione Abitativa per monitorare la situazione, ma ad oggi l’osservatorio non è ancora operativo, anche a causa della mancanza di dati organici e del frazionamento delle competenze in materia di abitazione.

Conclusioni
Il rischio abitativo continua a crescere in Italia e in Europa, innescando un circolo vizioso tra povertà economica e povertà abitativa, che rischia di spingere sempre più persone verso la marginalità e l’esclusione. È necessario un cambiamento strutturale nelle politiche abitative, che vada oltre le risposte emergenziali, per garantire un accesso equo e sostenibile alla casa, diritto fondamentale per tutti.

Leggi qui la scheda di approfondimento

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