Skip to main content

Ritorna al futuro

I diritti non sono più di moda?
Unisciti a noi e ritorna al futuro.

“Ritorna al futuro” è un grido con cui vorremmo chiamare all’azione quante più persone possibili per far tornare di moda i diritti, di tutti e per tutti, che vuol dire in primo luogo tornare a parlarne e acquisire nuova consapevolezza come persone e cittadini.

Parità di genere, politiche giovanili, lavoro sociale, diritti dei migranti e delle famiglie, qualunque forma esse abbiano: l’amara consapevolezza che questi temi siano di moda quanto i pantaloni a zampa nasce dalla nostra familiarità con essi, frutto del lavoro quotidiano dei nostri oltre 400 operatori.

Si tratta di temi che non coinvolgono solo le cosiddette fasce “fragili”, ma ci riguardano tutti, soprattutto dopo la lunga crisi economica e la pandemia che hanno colpito anche il nostro Paese. Eppure, nella società dell’informazione, non riescono a entrare nel dibattito pubblico, come se non riguardassero noi, la nostra quotidianità, le persone vicine.

Il ruolo della cooperazione sociale, per come la intendiamo, è anche fare cultura e informazione, e il primo passo verso la partecipazione è stimolare le persone a prendere consapevolezza delle sfide sociali da affrontare.

Tutti possiamo fare la nostra parte, nessuno escluso, anzi forse ormai è una scelta irrinunciabile per non vedere il terreno dei diritti erodersi sempre più velocemente e un minimo benessere personale e sociale diventare privilegio di pochi.

Una risata, per quanto amara, seppellirà le diseguaglianze: questa la nostra scommessa, unisciti a noi!

Cosa fa La Grande Casa

Empowerment e promozione della parità di genere
Certificazione Uni PdR215:2022 – Parità di Genere
Accompagnamento territoriale
Accompagnamento e orientamento al lavoro
Progetti di sensibilizzazione nelle scuole e per la comunità locale

Unisciti a noi
e ritorna al futuro.
Leggi la storia "Un bellissimo nome".

Uguaglianza di genere? Richiami nel 2158!

Il raggiungimento della piena parità di genere è il quinto obiettivo dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo sviluppo sostenibile: “Raggiungere l’uguaglianza di genere ed emancipare tutte le donne e le ragazze”. Tuttavia, i progressi sono ancora lenti. Con poco più di mezzo decennio alla scadenza del 2030, è evidente che in Italia ci vorrà, se tutto va bene, più di un secolo per raggiungere la piena parità di genere.

Misurare la Parità di Genere
Come possiamo definire e misurare la parità di genere? Analizzando le dimensioni economica, educativa, politica, di salute e sicurezza e culturale. Valutando “chiuso” il gap con un valore del 100%, l’Italia nel 2023 si attesta a poco più del 70%, sopra la media dei 146 Stati considerati (68%), ma al di sotto della media europea (76%).

Pari Opportunità nel Mercato del Lavoro
Un delle sfide maggiori restano le pari opportunità nel mercato del lavoro. La media del gap si attesta al 64%, lontana dai livelli del 2009 (69%). Nei periodi di crisi, l’accesso femminile al mercato del lavoro è penalizzato con tassi di occupazione più bassi, condizioni lavorative e retributive peggiori, e una maggiore presenza nel lavoro informale. Il tasso di occupazione delle donne tra 25 e 49 anni è del 55,5%, che sale al 76,6% per le donne senza figli.

Posizioni Manageriali e Leadership
Il divario nelle posizioni manageriali e di leadership è significativo, con un gap del 40%. La parità di opportunità nell’accesso alla formazione secondaria è essenziale per superare questa disparità. Nonostante l’accesso ai servizi educativi e formativi sia vicino alla parità (99%), la riuscita scolastica non garantisce alle studentesse pari opportunità di progettare il proprio futuro. Le ragazze tendono a scegliere percorsi formativi umanistici, evitando le STEM (science, technology, engineering, mathematics), settori più remunerativi e con maggiori aspettative di crescita.

Divario Digitale
Il gender-digital-divide mostra una disparità nell’accesso alle risorse digitali della rete. Il gap è al 43% per l’alfabetizzazione digitale e scende al 33% per AI e big data.

Partecipazione Politica
La dimensione politica presenta la performance peggiore, con un gap del 76%. Le donne elette in Italia sono diminuite, dal 35,4% della precedente legislatura al 33,7% di questa. La sottorappresentanza femminile in ambito politico e decisionale non solo è un risultato dei processi descritti, ma ne favorisce anche il persistere, impoverendo la prospettiva di genere nei luoghi deputati a indirizzare il cambiamento.

Gender Mainstreaming
L’integrazione della prospettiva di genere nel processo di progettazione, implementazione, monitoraggio e valutazione delle politiche potrebbe contribuire a mitigare gli effetti di una scarsa presenza femminile. Dal 2016, in Italia è stato introdotto il bilancio di genere dello stato, che analizza a consuntivo la spesa pubblica in base agli effetti sulle diseguaglianze di genere ma non è ancora un efficace strumento di programmazione.

Dimensione Culturale
La disparità di genere ha una radice culturale. Gli stereotipi di genere limitano le aspirazioni, le scelte e la libertà delle persone. La scuola e l’educazione possono avere un ruolo di primaria importanza nel decostruire questi stereotipi. In Europa e in Italia esistono progetti e programmi per promuovere le pari opportunità, come la piattaforma “noi siamo pari” e il programma europeo di comunicazione sociale #EndGenderStereotypes.

Conclusioni
Nonostante i progressi, il percorso verso la parità di genere è ancora lungo. È necessario un cambiamento sostanziale nei processi culturali e politici per accelerarlo. Solo affrontando le radici profonde della disparità possiamo sperare in un futuro più equo per tutte le donne e le ragazze.

Leggi la scheda di approfondimento

Altri materiali